venerdì 2 novembre 2012

Sinistrismi 12: un considerevole vantaggio

Quest'estate, una sera di settembre, ero alla Festa Democratica di Modena, che si chiamava e si è sempre chiamata Festa dell'Unità ma che a un certo punto, sarà qualche anno, quando han deciso che loro, il Partito, si chiamavano Partito Democratico, han deciso di chiamarla  Festa Democratica, la Festa dell'Unità, non Festa del Partito Democratico, Festa Democratica proprio... che se uno un po' un po' ha studiato la storia e si ricorda di Atene e del discorso di Pericle e dei greci in generale (anche se forse adesso è un momento che i greci non vogliam pensarci più di tanto, che ci fan  sentire come quando in ascensore c'è uno che puzza di sudore, lui lo sa, voi lo sapete, ma non lo guardate nemmeno in faccia ma se n'è accorto pure lui, ora che siete in settanta centimetri quadrati, che sta puzzando, l'ha capito dal momento che si son chiuse le porte, e voi a conferma di tutta questa brutta situazione, davvero spiacevole, non lo guardate in faccia, mai, neanche per sbaglio e guardate solo un angolo della pulsantiera e dite Vado al terzo, lei dove scende? mentre intanto avete già pigiato il pulsante), beh, dicevamo, uno che s'intende di democrazia, dovrebbe presentarsi all'ingresso col certificato elettorale e chiedere dove si può votare e chi c'è in lista, qual è il programma, e se è abbastanza previdente può addirittura essersi portato dietro la matitina da casa, e magari, siccome va là per tempo, che la democrazia è una roba bella ma impegnativa, che gliel'avevano detto e se lo ricorda delle funi tese per tenere tutti dentro le piazze per votare, noi, tutti isieme, che siamo il corpo elettorale, tutto ingarbugliato nelle funi, che sembra un po' quella roba lì, quella parola francese, al bondage, che si vede che gli piace a quelli che ci governano 'sta cosa del legarci, tenerci tutti uniti, stretti stretti, allora, lui, che s'intende di democrazia, che è uno serio, preciso, disposto a fare i sacrifizi, può persino proporre, anzi no, avanzare la proposta, non avanzare di proporre che da noi vuol dire non dire più nient'altro, no, avanzare la proposta di spostare gli stand delle giostre, dei pannelli solari e dei caminetti da un'altra parte e dire che lui quest'anno non vuole il ristorante indiano vicino a quello del pesce, perché per lui curry e calamari son belli solo come parole, come suono, ma non al naso, per l'odore che fanno, e che quest'anno la balera deve dotarsi di più respiratori artificiali per i balerein a fine giro. Tra l'altro quando arrivi c'è sempre una scatola con la buchetta, che l'han fatta apposta, solo che non ti dan mai le schede prima, quando c'è da decidere, da esprimersi, come gli piace dire a loro, no, te le dan sempre dopo, quando han già scelto tutto loro: cosa fare, chi chiamare, dove metterli, e a te resta solo di decidere dove andare a mangiare, e prender lì su la scheda e compilare quella scheda lì, mo vigliach! Quest'altr'anno vedi te, mi presento qui a giugno! 
E con la tenda!

Ma alla Festa Democratica, ogni anno, c'è sempre dei bei concerti, diciamocelo. C'è da dire che scelgono loro senza chiedere niente a noi, noi che andiam sempre ai ristoranti e forse per questo ci chiamano corpo elettorale, e ogni anno ci si lamenta, più o meno forte, più o meno in pubblico, che ogni anno son sempre gli stessi e che non c'è mai niente di nuovo, ma in realtà ogni anno, un po', poco poco, ma un po' cambiano. Come col gioco delle tre carte. Tutti gli anni. Puoi star sicuro che se quel gruppo lì non è passato l'anno scorso e neppure quest'anno, l'anno prossimo - truc - è già lì, in scaletta. Ci scommetto quel che vuoi. Anche la tenda! 
Sì, c'è da dire che c'è la crisi anche in queste cose qui, del Partito. Lo si capisce da quei gruppi, che però non son mica tanti ammettiamolo, che vogliono e pretendono di sbigliettare come fossero negli stadi e e nei palazzetti, ma poi non so mica come fanno a tener fuori i curiosi, perché lì, a Modena, la chiamano l'Arena, ma è tutt'un avvallamento, una discesa, un pratone come quella roba che si vedeva nella casa della prateria, che una volta che è piovuto tanto ci potevi andare in barca lì sotto, tanto è ingrugnato e in basso il palco, mentre se a te non va di stare giù, stai sopra, diciamo un nove dieci metri di dislivello, ti metti lì sul bordo e vedi tutto il concerto: hai voglia a dire ai curiosi di pagare! Loro stan là sopra, e si beccano il concerto gratis. Certo, è talmente lontano che sembra di guardarselo alla tele, ma intanto sei lì, al fresco, dopo tutta una giornata di calura, in mezzo alla gente, alla gioventù, con l'odore dei bomboloni e le risate, e gli schiamazzi, e i bambini che corrono di qua e di là, che dicono che siamo a crescita zero ma è pieno di marmocchi, ed tabachein, ma pensa te!

E dunque, quest'anno, era un po' che non venivano, son passati, alla Festa Democratica, gli Elio E Le Storie Tese. Adesso non so bene, ma sicuro non erano venuti l'anno scorso, e neanche l'anno prima, e quindi quest'anno - truc - son tornati. E c'era uno di loro, quello alle tastiere, che parla con quella voce robotica, quell'effetto strano, che diceva che Internet ha cambiato il mondo, e ha migliorato la gente, gli ha fatto imparare robe nuove, gli ha insegnato a fare cose nuove, come imparare a usare il mouse con la mano sinistra mentre si stoccazzava con la destra mentre guardava siti porno, e allora io, che son mancino, ho subito pensato: Ecco, questo è un considerevole vantaggio, và mo là! 

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Karl Kraus