lunedì 4 giugno 2012

Back To School 2: Ritratto di un familiare


Mio fratello ascolta i Meshuggah.
Mio fratello si chiama Matteo. Ha 20 anni, è altissimo, magro, col naso grosso, il pizzo e i capelli lunghi neri. Quando nell’Inter giocava Zlatan Ibrahimovic gli amici lo chiamavano Zlatan o Zibra, mescolando il soprannome del giocatore al nostro, di famiglia, Ziro.
Mio fratello ascolta i Children of Bodom.
Alla nascita pesava quattro chili e passa, io un po’ meno. Io sono uscito veramente incazzato, lui pacifico e sorridente. Ricordo ancora di aver lanciato caramelle per tutta la scuola quando mio padre è venuto a dirmelo.
Mio fratello ascolta i Cannibal Corpse.
Matteo ha 10 anni in meno di me. Io mi chiamo Luca e adesso ho 30 anni, mia madre mi ha avuto appena maggiorenne. Gli evangelisti sono quattro. Avrebbe potuto farcela. Ma per fortuna non siamo una famiglia così religiosa.
Da piccolo era  castano, biondiccio e sempre un po’ malaticcio per questioni respiratorie. Nascondeva ancora tutta la sua altezza e i suoi tratti erano meno marcati. Confrontando le foto non ci si raccapezza. Indossava sempre magliette a righe orizzontale e ricordava Calvin, il bambino pestifero di Calvin & Hobbes, il primo fumetto che gli ho regalato. Quando si sedeva sulla tazza del cesso io m’intrufolavo e gli chiedevo di raccontarmi la sua giornata, e allora lui spingeva e parlava.
Mio fratello ascolta i Rammstein.
Portava sempre con sé uno strano antistress, un asterisco di piccoli elastici legati insieme in un unico nodo con le estremità che escono fuori dritte dritte come gli aghi dei porcospini . Koush Koush si chiamava. Era la sua coperta di Linus. Non se ne separava mai.  Dito in bocca e Koush Koush artigliato nell’altra mano. Poi gli trovarono piccole forme di asma, che ancora oggi  colleghiamo a quell’arnese raccatta polvere. La lotta per distrarlo da quel gomitolo fu lunga ma non aspra. Il tempo era dalla nostra parte. In camera ha ancora due o tre esemplari che non tocca più da anni, un po’ come gli ex fumatori che custodiscono accendini e piccoli ricordi della vita precedente.
Mio fratello ascolta i Metallica, solo il black album però…
A causa di questo asma latente è sempre stato schivo e appartato, anche con le persone. Lo definirei un carattere umbratile, se potesse chiarire le idee. Grazie a questa inclinazione è un pantofolaio giustificato dalle alte sfere e ancora oggi ne porta il marchio. Mettiamola così: se può, lui, non esce, in generale, mica per pigrizia, è che proprio gli piace stare in casa. Ma è anche ospitale: invita sempre gli amici, però sono sempre nel numero esatto, lui compreso, di postazioni o joystick permessi dalla Playstation o dalla X-box.
Mio fratello ascolta i My Chemical Romance.
Immaginatevi alle superiori di nuovo, ragioneria, a Carpi sono in ottocento, o giù di lì. Un mare agitato di fronti e nuche con zainetti anonimi o firmati, sportivi o casual, vi saetta intorno in preda alle puzze adolescenziali. Un  mare in cui dovete sempre chinare il mento per parlare con chiunque, quando non ti devi abbassare con la schiena e le gambe. E tu sei un crestone di quasi due metre che indossa solo maglie con teschi, felpe nere, braghe con catenacci. Sembri uno scoglio nero. Ma laggiù vedi un’altra vetta, e non è un cartello che indica le varie aule. Si chiama Lisa, ha due anni meno di te, i capelli tinti, il viso affilato, le unghie rosse e nere, la voce roca senza fumare e adora il punk. Il resto è naturale.
Mio fratello ascolta i Paradise Lost, gli In Flames, i Dismember, i Caliban, gli Slayer e non ha ancora ucciso nessuno. Ascolta i Trivium, Dimmu Borgir, i Prodigy, i Sepultura, i Disturbed e non beve né fuma. Ascolta i Fear Factory, i Korn, gli Slipknot, i Turbonegro e sa benissimo che i testi di metà di questi gruppi ringhiano di amori non corrisposti e di abbandoni prematuri. Ascolta i Korn, i Testament, i Carnal Forge, i System of a Down e, anche se non mette mai le cuffie, più passa il tempo e più gli voglio bene.


Anche questo lunedì, anche se non c'è scuola qui da noi, o forse proprio perché non c'è, torno all'ora della ricreazione con i compiti da casa della Scuola di Scrittura Emiliana con maestro unico Paolo Nori. Buon Billy e Kinder brios. 

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Karl Kraus